Un film che ti conduce attraverso un viaggio, quello di Jepp Gambarella (un magistrale Toni Servillo), scrittore di vecchia fama che ha vissuto con la rendita ottenuta dal suo primo libro "L'apparato umano".
Jepp ci accompagna attraverso una Roma, la sua, mondana e schizzinosa, ma nella quale non rivede più i fasti della sua giovinezza dove aveva deciso di "non essere solo il re delle feste, ma di avere il potere di farle fallire".
I suoi amici e la gente che lo circonda non fanno altro che adorarlo per il suo passato e invitarlo a scrivere ancora, per segnare il futuro.
Lui, apparentemente stanco di bugie, pettegolezzi e feste da tirare fino all'alba, al compimento del suo 65esimo compleanno continua a cercare se stesso e il senso della sua vita, immerso nella compagnia di personaggi con svariati problemi esistenziali, con il viso segnato dall'età e dalle esperienze di una vita che sembra aver già dato gli anni migliori. Amici, conoscenti ed estranei nascosti dietro una maschera fatta di vita notturna sfrenata che, con evidenza imbarazzante, li veste male, malissimo.
Il solito capitolo che non vorremo mai smettere di leggere, quello della sfrenata ed eterna giovinezza che esiste, nostro malgrado, solo nei libri.